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Saffo, la maggior poetessa dell'antichità, contemporanea di Alceo, nacque nella seconda metà del VII secolo a.C. nell'isola di Lesbo, la stessa dove mille anni dopo Longo avrebbe ambientato, quasi un omaggio a una figura divenuta ormai leggendaria, gli amori pastorali di Dafne e Cloe. A Mitilene diresse un tiaso, una comunità di fanciulle appartenenti, come lei, alle più influenti famiglie aristocratiche dell'isola, unite nel sacro vincolo del culto di Afrodite, educate alla sapienza, alle buone maniere, al canto, alla musica e alla danza. Proprio alle fanciulle del tiaso è dedicata la parte più cospicua della sua opera, che la poetessa doveva cantare personalmente con l'accompagnamento della lira. Tema fondamentale di questi versi è Eros, il "servo di Afrodite", il "tessitore di miti" che scuote la mente e scioglie le membra degli umani, ora declinato secondo gli ideali - anche stilistici della grazia e della delicatezza, ora rappresentato nella sua sensuale fisicità e nella sua devastante potenza.